saldo e stralcio

Saldo e stralcio: riaperti i termini per aderirvi

Il decreto crescita riapre i termini per il saldo e stralcio: quali i debiti ammessi, chi può presentare la domanda ed entro quando

Il Decreto Crescita all’art. 16 bis co. 2 ha riaperto i termini per aderire al Saldo e stralcio delle cartelle. Con il “Saldo e stralcio” è infatti possibile definire i debiti tributari comprensivi di interessi e sanzioni, ad un importo agevolato.

Quali debiti rientrano nel saldo e stralcio

Il “Saldo e stralcio” riguarda imposte non versate e risultanti:

  • dalle dichiarazioni annuali;
  • dall’attività di controllo delle dichiarazioni effettuata dall’Amministrazione finanziaria secondo l’art. 36-bis D.P.R. 600/1973 e l’art. 54-bis del D.P.R.633/1972 in materia di Iva.

Sono definibili i debiti risultanti da carichi affidati all’Agente di Riscossione tra il 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017 compreso l’omesso versamento dei contributi, esclusi quelli oggetto d’accertamento.

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Chi può accedere al saldo e stralcio

La domanda può essere presentata solo dai contribuenti che si trovano in una situazione di grave e comprovata situazione di difficoltà economica, ovvero:

  • con un ISEE fino a 20.000 euro;
  • o con una procedura di liquidazione del patrimonio in corso secondo l’art.14 – ter L. 3/2012.

Compresi i contribuenti decaduti dalle precedenti rottamazioni, compresa la rottamazione-bis.

Con la riapertura dei termini la nuova scadenza per presentare la domanda è stata fissata al 31 luglio 2019.

Quanto si paga

Con il saldo stralcio si andrà a pagare un importo variabile a seconda del reddito ISEE, pari al

  • 16% delle somme dovute, a titolo di capitale e interessi di ritardata iscrizione a ruolo, con un ISEE fino a 8.500 euro;
  • 20% delle stesse somme dovute se l’ISEE va da 8.500,01 a 12.500 euro;
  • 35% delle somme dovute, con ISEE da 12.500,01 a 20.000 Euro;

a cui vanno aggiunte l’aggio, le spese per procedure esecutive e i diritti di notifica.

Per chi è sottoposto a liquidazione del patrimonio, invece l’importo da pagare sarà pari al 10% delle somme dovute.

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Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

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(C) RIPRODUZIONE RISERVATA Fiscobusiness


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